Indagine della DDA di Roma. I due agenti della Polaria, nati a Civitavecchia, erano complici di un siriano che esportava soldi e diamanti Due fratelli poliziotti all’aeroporto di Fiumicino arrestati per corruzione
CIVITAVECCHIA – Un cittadino siriano e due fratelli poliziotti arrestati a Roma dalla Polizia con l’accusa di corruzione. I due poliziotti, gemelli, 49enni, A.R. e F.R., nati a Civitavecchia dove però non hanno mai vissuto né prestato servizio, da anni sono in forza alla Polaria presso l’aeroporto di Fiumicino. I due, insieme al siriano G.K., si trovano ora ai domiciliari. È stato, inoltre, sottoposto alla misura del divieto di dimora e di accesso nel territorio del comune di Roma e provincia Q.E, soprannominato «il messicano». Al termine delle attività investigative sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza, a carico dei due fratelli poliziotti.
Le indagini, che hanno portato all’emissione delle Ordinanze restrittive, avviate nel maggio 2018, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Le indagini hanno portato alla luce un’organizzazione criminale, composta per lo più da cittadini extracomunitari, dedita alla commissione di reati in materia di falso per la regolarizzazione di cittadini stranieri. I due poliziotti si adoperavano per far entrare ed uscire il siriano indisturbato dall’aeroporto dove prestano servizio. Evitando così controlli doganali, l’uomo riusciva ad esportare soldi e diamanti.I principali elementi probatori sono stati acquisiti attraverso lo svolgimento di una intensa attività tecnica e con lo svolgimento di servizi O.C.P. con l’acquisizione della documentazione presso gli Uffici di Polizia coinvolti, tesi a riscontrare quanto emerso di illecito.L’attività ha preso spunto dall’ipotizzata esistenza di una organizzazione criminale, composta per lo più da cittadini extracomunitari, dedita alla commissione di reati in materia di falso per la successiva regolarizzazione di cittadini stranieri, in cui emergeva il cittadino siriano G.K. il quale aveva frequenti contatti telefonici con appartenenti alla Polizia di Stato.
G.K. è risultato essere il soggetto principale con il ruolo di “dominus”, da cui dipendevano tutti i soggetti; questi, imprenditore di origine siriana, trapiantato da diversi anni in Italia, nel corso della sua permanenza nello Stato, è riuscito a raggiungere un’evidente agiatezza, come lo si può ampiamente rilevare dalle partecipazioni societarie in cui è presente, risultando titolare di numerose attività economico commerciali nel settore alberghiero e della ristorazione. Proprio nei suoi ristoranti avvenivano gli incontri, apparentemente conviviali, tra i sodali.
Nel prosieguo delle attività d’indagine si sono delineati in maniera più chiara le finalità dei rapporti tra il predetto e gli appartenenti alla Polizia di Stato in servizio presso l’aeroporto di Fiumicino, postisi a completa disposizione del siriano, al punto da permettere a lui e ad altri soggetti dal medesimo indicati, di eludere i controlli di sicurezza dai varchi per i voli di linea in entrata ed uscita.In particolare, i due fratelli, si adoperavano, come ordinatogli dal Siriano, nel farlo entrare ed uscire indisturbato dall’aeroporto ove prestano servizio, e su disposizione dello stesso, favorivano anche un altro sodale, il messicano, il quale, non venendo sottoposto ai controlli doganali, riusciva ad esportare valuta e diamanti non dichiarati.