Esplode il caso al comprensivo di Castrolibero Presunte molestie, gli studenti alzano la voce
sofia palmieri*
Non sembra alla fine tanto lontano il fatto che da almeno un anno molte studentesse liceali ed universitarie sono state costrette a lasciare l’Italia per non rinunciare agli studi e poter sfuggire alle minacce e ai soprusi dei loro docenti che le ricattavano in presenza e sui social di rischiare la bocciatura se non avessero inviato video hard o foto del seno, o semplicemente se avessero detto “no” a rapportarsi con loro sessualmente.
Lo stesso vile tipo di ricatto lo avrebbero ricevuto in questo periodo diverse studentesse, molte di loro anche minorenni, dell’istituto comprensivo Valentini-Majorana di Castrolibero, in provincia di Cosenza da parte di un professore sessantenne di fisica e matematica, che durante le lezioni ne approfittava per toccare le ragazze in diversi punti del corpo – passando tra i banchi durante i compiti in classe, come dichiarato da una studentessa- o per fare ogni sorta di commento sulla loro fisicità e sul modo di vestirsi, arrivando persino a dire la classica frase del “tu così te la cerchi”. La vicenda, secondo le prime ricostruzioni, andava avanti da almeno 15 anni circa, quando il docente era più giovane, si dice per indifferenza della preside. La stessa mostrata recentemente, ribadendo che tutti i docenti in base al loro esame psicologico seguivano correttamente i regolamenti; pertanto il docente “incriminato” è stato sospeso per circa un mese per poi soltanto cambiare sezione e rimanendo quindi nello stesso istituto. Molte, tra le vittime, hanno sporto denuncia a carabinieri e alla polizia e il resto degli studenti hanno iniziato in collaborazione con altri docenti delle lezioni “autogestite” docenti che, esponendo una lettera con citazione “stavolta la lezione ce l’avete data voi”, esprimono quanto sia importante impiegare più capacità di ascolto e comprensione per combattere l’indifferenza notando quanto questa, ancor più se da parte della figura più alta della struttura scolastica, faccia ancora più male di un processo inconcluso.
Assieme alla forte convinzione degli studenti che la stessa preside si sia incaricata di “coprire” in qualche modo il docente, c’è la volontà di far permanere l’occupazione della scuola, nonostante ci sarebbero stati alcuni casi di positività al covid. La permanenza si è conclusa con una manifestazione lo scorso venerdì 18 in cui un largo corteo di giovani, con larghi striscioni, ha lanciato il proprio grido a tutta Cosenza, arrivando dalla piazza alla prefettura, e a tutto il paese contro tali orribili avvenimenti e contro un sistema a loro favorevoli e che dovrebbe ricambiare invece in provvedimenti più seri e soprattutto più sicuri per la salute fisica e mentale di tutti.
*5A LSU Guglielmotti