il caso Un’atleta 16enne e suo padre lasciati all’inizio della strada sterrata: troppo pericolosa per il mezzo Taxi si rifiuta di percorrere via della Polveriera
Via della Polveriera ridotta ad un colabrodo. Una strada che conduce ad un impianto sportivo comunale, oltre che al canile – anch’esso comunale – e che mai ha ricevuto una degna attenzione da parte delle amministrazioni. Una strada sterrata buia, piena di veri e propri crateri: un pericolo quotidiano per chi deve percorrerla. E accade così, ancora una volta, che chi arriva da fuori Civitavecchia racconti di episodi incresciosi. Di certo non un bel biglietto da visita per la città. Come quello accaduto sabato scorso Nicola De Stefano, allenatore dell’hockey Bari e padre di un’atleta di 16 anni che sabato e domenica ha giocato a Civitavecchia ad hockey in line con la formazione del Campomarino. Arrivati alla stazione ferroviaria attorno alle 18,30 sono saliti su un taxi per raggiungere il prima possibile il PalaMercuri, in tempo per la gara delle 20. «Il tassista però ci ha spiacevolmente lasciato all’inizio della strada sterrata, davanti al campo da calcio San Pio X – ha raccontato De Stefano – perché a suo dire le condizioni pericolose della strada potevano causare ingenti danni al suo mezzo e quindi si è rifiutato di portarci davanti al pattinodromo». Padre e figlia hanno dovuto percorrere a piedi la strada sterrata, non illuminata e piena di buche in orario notturno. «Mia figlia è arrivata in ritardo e non ha potuto effettuare un congruo riscaldamento – ha raccontato – entrambi abbiamo percorso con la corposa attrezzatura sportiva una strada buia, di notte, a piedi e senza un qualcosa che ci potesse far riconoscere da altri autisti se non una banale luce del telefono. Oltre alle scomodità, al ritardo e alla prestazione sportiva voglio sottolineare il pericolo che io e mia figlia minorenne abbiamo trascorso. Un episodio spiacevole che la società locale, la CV Skating, ci ha purtroppo confermato non essere stato una prima volta. Nel corso della mia decennale esperienza nello sport non mi è mai capitato che il trasporto pubblico del Comune (il Taxi) non portasse all’impianto sportivo del Comune (il pattinodromo). Ciò non mi è capitato neanche in India, quando ho avuto l’onore di allenare la nazionale di hockey in line, ma mi è capitato a Civitavecchia. Credo che sia un pessimo biglietto da visita per la vostra città, credo che sia ingiusto nei confronti della società locale che con tanto impegno promuove lo sport ed organizza eventi di rilievo e credo che sia ingiusto nei confronti di quanti da ospiti vivono il PalaMercuri e che hanno diritto ad una strada asfaltata, illuminata ed in sicurezza, per arrivare».
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